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Pubblicazione: 16 aprile 2025
Il Presidente, il Consiglio di Amministrazione e il Direttore Generale dell'Istituto intendono ribadire con forza che non sussiste alcun "buco" nei conti dell'INPS e che, invece, nell'ottica della massima trasparenza del bilancio, le operazioni di eliminazione dei crediti contributivi sono state improntate al rigoroso rispetto dei criteri contabili e della normativa vigente.
Nel corso degli anni i crediti eliminati erano già stati opportunamente "svalutati" in quanto inesigibili per una serie di motivi; in questa categoria sono compresi anche quelli cancellati a seguito delle norme relative alla rottamazione di cartelle esattoriali di importo molto modesto (fino a 1.000 o 5.000 euro) e maturati tra il 2000 e il 2015.
In questo senso, va sottolineato come, nel tempo, siano state previste salvaguardie specifiche per garantire la neutralità finanziaria di tali operazioni:
- compensazione integrale tramite il Fondo di svalutazione crediti: i crediti eliminati sono interamente coperti da un fondo costituito e alimentato negli anni, proprio per far fronte a situazioni di bassa esigibilità; ciò esclude qualsiasi effetto negativo sul conto economico;
- stime conservative sull'esigibilità degli stessi crediti: già nel preventivo 2025, l'INPS ha valutato l'incasso dei crediti fino al 2020 in misura pari a solo l'1% del valore, riflettendo una pianificazione finanziaria cauta e realistica;
- minimalità degli impatti attesi: come evidenziato dalla scheda tecnica della legge 197/2022, l'impatto netto sugli enti previdenziali era stimato in soli 98 milioni nel 2023 e 26 milioni nel 2024, confermando la marginalità delle somme coinvolte;
- razionalizzazione attiva e passiva: l'eliminazione di residui ha riguardato le poste attive e quelle passive del bilancio (oltre 2,7 miliardi di residui passivi).
Le norme interessate riguardano, per l'esercizio 2024, esclusivamente crediti molto vecchi, risalenti al periodo 2000-2015:
- d.l. 119/2018 (406mila euro);
- d.l. 41/2021 (5,4 miliardi di euro);
- legge 197/2022 (9,9 miliardi di euro).
Gli interventi effettuati non intaccano l’efficacia della riscossione ordinaria, come dimostra l'incremento di 3,96 miliardi di euro (2024 rispetto al 2023) alla stessa voce "Aziende – contributi della gestione privata", rilevato nella "Gestione di cassa" deliberata lo scorso 26 marzo; per il solo 2025, invece, si prevedono accertamenti per oltre 177 miliardi di euro derivanti dalle aziende con dipendenti.
Il Consiglio di Amministrazione sottolinea che:
- i corretti comportamenti contabili (accantonamenti annuali al fondo svalutazione, stime accurate, eliminazione dei residui attivi inesigibili e dei debiti insussistenti) sono parte integrante della governance finanziaria dell’'INPS;
- le operazioni non hanno comportato perdite o riduzioni delle risorse disponibili, essendo i crediti già ritenuti non esigibili;
- il bilancio riflette ora una rappresentazione più fedele e responsabile dello stato patrimoniale, allineata alle norme contabili.
Va infine sottolineata la rilevanza dell'operazione contabile portata a termine, richiesta anche dagli organi di controllo e vigilanza: siamo di fronte a un adeguamento necessario, finalizzato a migliorare, certamente in misura superiore rispetto al recente passato, la trasparenza e l'efficienza amministrativa.